grazie alla legislazione sempre più larga e meno controllata, entrando così a far parte della categoria degli agriturismi. Richiestissimi da un pubblico di gitanti, sempre più alla ricerca di cibi genuini e di un prezzo onesto, gli agriturismi però troppo spesso offrono gli stessi piatti e gli stessi sapori: sott'oli, paste, sughi e arrosti realizzati in economia, tutti uguali, spesso industriali, non mancano di deludere il palato nonostante i soliti 20-25 euro del conto finale. Naturalmente parlo per esperienza personale, ma qui non farò i nomi dei cattivi, bensì di quelli buoni: in questo caso l' Agriturismo Sirignano Wine Resort, annesso alla Cantina Marchesi De Gregorio, nei pressi di Alcamo ma ricadente nell'immenso comprensorio del Comune di Monreale, che fin là si estende. Negli ultimi anni sono sorti come i funghi, oggi è facile fregiarsi dell'agognato termine, Anche se molto curato e degno di nota non descriverò il posto ed i servizi che si possono trovare a Sirignano, ci riesce benissimo il sito ufficiale www.sirignanowineresort.it, ma passerò subito al ristorante che mi ha regalato una piacevole Festa di Ognissanti del 1 Novembre 2011. Innanzi tutto, dalle stoviglie ai bagni, ho notato un'ottima pulizia, una maniacale cura dell'ambiente che risulta, già dall'aspetto, sobrio e pulito. Questo filo di eleganza e pulizia si riflette sul gentilissmo personale ed anche nei piatti che, pur essendo espressione di una cucina casalinga, spesso mostrano cura nei dettagli e nella scelta delle materie prime, sicuramente superiori alla norma, relativamente a quello che oggi sono gli agriturismo. I sapori ed i profumi, di conseguenza, ne traggono un notevole beneficio, valorizzando la semplicità dei piatti con la soddisfazione del palato. Numerosi gli antipasti previsti per la giornata di Ognissanti: olive e pomodori; spaghetti rustici in salsa di acciughe, pomodori secchi uvetta e mandorle; Gli spaghetti in salsa di acciughe mi sono sembrati una sorta di rivisitazione della pasta con l'anciova di palermitata tradizione, in questo caso, la mollica "atturrata" (tostata) era stata sostituita da una granella di mandorle tostate. Piatto ottimo, ma personalmente l'avrei preferito con un po' di acciugna in meno. Perfetta la cottura del turgido spaghetto. I secondi si sono rivelati anch'essi molto interessanti: stinco di maiale con verdurine brasate; Il buonissimo stinco purtroppo si è rivelato un pò duretto, sicuramente a causa di una carne poco frollata, la nostra cattiva abitudine, tutta meridionale, di preferire la carne fresca, spesso appena macellata, ha compromesso la tenerezza di un piatto il cui giudizio poteva tranquillamente sconfinare dal buono all'eccellente. Anche in questo caso le verdurine, carotine, sedano etc, hanno impreziosito il sughetto dello stinco, aiutate anche da un rinfrescante contorno di cavolo tagliato a striscioline.
Tra i dettagli che mi hanno colpito di più devo assolutamente citare il pomodoro secco, di ottima qualità e rinvenuto in acqua calda, sia intero che inserito a pezzetti in diverse pietanze, ma anche il gioco a rimpiattino tra dolce e salato, grazie all'uva passa che in diverse occasioni si è fatta notare, e la buona cottura e sapore della sfoglia usata per il rotolo di spinaci. Infine, degno di nota anche il prezzo, in questo caso di 28 euro, comprensivo di Merlot della casa, imbottigliato dalla Cantina Marchesi De Gregorio, e acqua minerale, ma normalmente da 25 euro nella altre domeniche dell'anno, con variazioni minime del menu rispetto a quello della ricorrenza. Il segreto di questo piacevole pranzo, secondo me, sta nelle persone, in Massimo De Gregorio che ha saputo trovare il cuoco giusto, Carlo Pipitone, ma anche dall'evitare il risparmio a tutti i costi, là dove spesso neanche conviene, brutta abitudine che facilmente inficia i sapori e la soddisfazione del cliente.
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