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Maurizio Artusi
Una Madonnina a Campobello di LicataPDFStampaE-mail
Lunedì 18 Febbraio 2013 10:14
Scritto da Maurizio Artusi


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Madonnina 1Giovanni Gruttad'AuriaIncontrare un ristoratore che fa l'impossibile per trattare al meglio i palati dei propri clienti è abbastanza raro, ma trovarlo in un centro piccolo come Campobello di Licata, così distante dai capoluoghi di provincia e relativamente difficile da raggiungere, è ancora più raro. E' il caso del Ristorante Pizzeria La Madonnina, diretta espressione dell'estro culinario di Giovanni Gruttad'Auria, proteso verso l'eccellenza dei prodotti, peraltro facili da trovare in un territorio ancora poco contaminato come quello di Campobello.

Madonnina 2Carmelo Bonetta e Giacomo GatìLo scorso 26 Gennaio 2013 sono stato ospitato da Giovanni in un pranzo che ha visto a tavola con me anche altri due esponenti del cibo di eccellenza operanti in zona: Giacomo Gatì e Carmelo Bonetta. Il primo è attualmente l'unico produttore di formaggi di Capra Girgentana, mentre il secondo, insieme al fratello Domenico e al papà Angelo, conduce una delle migliori cantine siciliane: Baglio del Cristo di Campobello di Licata, una realtà da poche decine di migliaia di bottiglie, ma fortemente votata all'attenzione verso la qualità.

Madonnina 3Pasta MburnataOvviamente a tavola sono comparsi i formaggi dell'uno ed il vino dell'altro, veri fuoriclasse del cibo siciliano, il pranzo era anche in loro onore, ma Giovanni si è difeso molto bene, presentando uno dei suoi piatti più fedeli alla tradizione locale: la Pasta Mburnata, ma andiamo con ordine e cominciamo dall'inizio.

Dopo una strordinaria crescenza di Capra Girgentana, un pilluccare qualche altro formaggio, sempre di Gatì, e salumi vari di suino nero, usciti dal magico cilindro di Giovanni, siamo passati a tavola dove ci hanno accolto alcuni antipasti.

Cuore di Carciofo Spinoso di Licata con robiola di Capra Girgentana.

Da una ricetta di Giacomo Gatì è nato un piatto dall'insolito equilibrio.

Tortino al finocchietto.

Le insostituibili uova fresche usate per il tortino erano state leggermente aromatizzate con il finocchietto locale e con l'aggiunta di cipollotti e pane raffermo.

L'abbinamento del vino ha visto un C'D'C' 2012, in assoluta anteprima, un blend di Chardonnay, Insolia e Cataratto ricco di profumi richiamanti fiori bianchi e vaniglia.

Pasta Mburnata.

Questo è un piatto della tradizione locale di Campobello di Licata, la cui preparazione viene eseguita con pasta ziti, carne di maiale, cavolfiori, pecorino e uova, essa si assembla il giorno prima e quindi si cuoce rigorosamente in una padella di ferro ed in forno a legna.

Da qui in poi si è continuato con l'Adènzia Rosso 2009, un  blend di Nero d’Avola, Syrah e Cabernet Sauvignon dai profumi di marasca e rosa canina.

Panzuti.

Degli agnolotti di pasta fresca ideati e preparati da Giovanni con una farcia di patate, finocchietto e ricotta di Girgentana a cui io avrei però volentieri arricchito il ripieno con un salume affumicato, alleggerendo così la parte dei carboidrati.

Agnello in panatura di pistacchi.

La carne di agnellone era insolitamente morbida e succosa, sicuramente grazie alla cottura particolare effettuata in modo progressivo, partendo da 140 gradi e andando verso i 60, a cui è poi seguita la panatura e gratinatura.

Insieme all'agnello è entrato in scena il pezzo da novanta di Casa Bonetta: Lusirà 2010, un Syrah in purezza, orgoglio della cantina, "grasso", leggermente erbaceo e finemente tannico, soluzione ideale per il piatto di carne in questione.

Bomba al pistacchio.

Anche in questo piatto è emerso lo zampino di Giacomo Gatì, infatti il pan di spagna del dolce era stato farcito con crema di pistacchio e ricotta di Capra Girgentana, in un piacevole connubio al sapore di latte.

Passando da Campobello di Licata, consiglio vivamente di programmare una sosta da Giovanni Grutt'Auria, si potrà godere, oltre che della sua ospitalità, anche dei suoi strordinari partner, della sua ottima tavola e della discreta cantina.



 


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